FAMIGLIA PIATTI


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Piatti Alfredo

Alfredo Piatti - Antonio Piatti

Francesco Antonio Piatti Paghini, nacque a Nembro il 18 agosto 1801, dal notaio Girolamo Piatti Paghini "iuris dicens" di Nembro, e da Maddalena Rovelli. Fu battezzato subito, in casa, perché in pericolo di vita e gli fu imposto il nome del nonno paterno: Antonio. La cerimonia fu poi ripetuta in forma solenne il 3 dicembre. Padrino fu Pietro Benaglia, "iuris dicens" di Gandino. Nel marzo 1811, alla morte del padre, Antonio si trasferì con la madre e la sorella Laura in casa del nonno materno, Giovanni Battista Rovelli, in Borgo Canale 28. Il 9 maggio 1812 iniziò a frequentare le Lezioni Caritatevoli di Giovanni Simone Mayr insieme con Pietro Rovelli (suo cugino) e con Gaetano Donizetti (suo vicino di casa). Suo maestro fu Antonio Capuzzi, allievo di Tartini. Oltre a seguire le lezioni, Antonio cominciò presto a partecipare alle funzioni nella Basilica di S.Maria Maggiore e, a poco a poco, si trovò a svolgere il lavoro dei dipendenti della Cappella. Il 28 marzo 1818 morì Capuzzi e per un certo periodo, dopo un breve incarico di Marco Bonesi e prima che il posto venisse assegnato a Pietro Rovelli, Antonio ricoprì la cattedra di insegnante supplente di violino. Nello stesso anno, il 28 settembre, insieme con il compagno Vailati, ricevette l'incarico di sostituire nel suo posto di quarto violino Marco Bonesi, che a sua volta sostituiva Giuseppe Lombardi, professore di viola di S.Maria. Facendo presente che non c'erano speranze di guarigione per il professore malato, Mayr chiese alla Congregazione di Carità che i due allievi venissero assunti e pagati con un regolare contratto. A 17 anni da poco compiuti quindi Antonio, pur non avendo terminati gli studi, aveva un lavoro regolare in S.Maria Maggiore ed aveva già avuto l'incarico di insegnare ad altri. Nel 1821 ebbe la soddisfazione di essere chiamato per la sua prima 'trasferta' e con una ampollosità ed eleganza formale che tradiscono forse l'orgoglio della sua appartenenza ad una famiglia di notai, chiese un congedo per "intervenire in qualità di primo violinista alla funzione che si celebra in Verdello" per l'Annunciazione del 1821, offrendo come supplente "Il Signor Vincenzo Longaretti, patrocinatore di Bergamo". L'Annunciazione era all'epoca una festa abbastanza importante nella Basilica di S.Maria Maggiore, ma il permesso fu concesso. La sicurezza del lavoro dava ormai ad Antonio una certa tranquillità economica ed egli, terminati gli studi il 2 agosto 1821, l'11.8.1821 si sposò con Marianna Marchetti, "cucitrice", nella Parrocchia di S.Alessandro in Colonna. Testimone per la sposa fu Antonio Vegezzi, "possidente", socio di Carlo Bossi nella fabbrica di Organi della Parrocchia di S.Grata inter Vites. Dopo il matrimonio Antonio e Marianna andarono a vivere nella Parrocchia di Borgo Canale, probabilmente nella casa al n.17 che il longevo Giovanni Battista condivideva con la figlia Maddalena e i nipoti. Marianna morì nel 1822 e Antonio si risposò con Girolama Rossini e poi con Giovanna Genovissi. Morì a Bergamo il 27 febbraio 1878. Mayr, chiamato ad esprimere un giudizio su di lui, aveva scritto che chi lo sentiva suonare senza vederlo poteva tranquillamente pensare che si trattasse di Pietro Rovelli, il miglior violinista bergamasco del tempo. Egli visse per anni esercitando con serietà la sua professione di 'musicante' della cui dignità era pienamente consapevole. Il 20.10.1855 si trovò ad avere un ruolo di un certo rilevo in una iniziativa di grande importanza per i musicisti cittadini. I professori d'orchestra stipularono infatti fra loro un accordo per costituire una sorta di sindacato di categoria. All'interno dell'associazione venivano eletti un presidente e sei deputati. Antonio Piatti fu uno dei deputati e, come tale, insieme con gli altri deputati e con il presidente, membro di un consiglio incaricato di prendere delle decisioni che erano vincolanti per tutti gli associati. Da un lato si attuava una sorta di 'contrattazione collettiva' che garantisse equità di trattamento per tutti i professori dell'orchestra, dall'altro si controllava che gli strumenti fossero sempre tenuti in ordine e che fossero perfettamente accordati perché l'orchestra avesse "una esecuzione degna di una orchestra di Primo Rango, scopo principale di questa unione".
Alfredo Carlo Piatti, nacque a Bergamo, nella Parrocchia di Borgo Canale, a pochi passi dalla casa natale di Donizetti, l'8 gennaio 1822. Era figlio del violinista Antonio Piatti e di Marianna Marchetti.
Rimasto orfano di madre, il 3 dicembre 1822, crebbe nella grande casa della nonna paterna circondato da una vivace famiglia di musicisti. Iniziò lo studio del violino, a 4 anni, sotto la guida del padre, passò poi al violoncello e fu poi affidato ad un anziano zio, Gaetano Zanetti.
A 8 anni iniziò a lavorare suonando, con un piccolo violoncello preso a prestito, nelle orchestre della Basilica di S. Maria Maggiore e dei due teatri cittadini. A dieci anni, dopo la morte di Gaetano Zanetti, fu ammesso al Conservatorio di Milano, dove studiò sotto la guida di Vincenzo Merighi fino ai 15 anni.
In questi anni furono suoi compagni di studi Giovanni Bottesini, Luigi Arditi e Giuseppina Strepponi.

Terminati brillantemente gli studi, e ricevuto in dono il violoncello su cui aveva studiato, diede un concerto nel Ridotto della Scala e quindi partì per Vienna facendo tappa a Verona, a Venezia ed a Trieste. Rientrato a Bergamo, riprese il lavoro in orchestra. Fu probabilmente Giovanni Simone Mayr a spingerlo ad accettare i primi ingaggi fuori dalle mura della sua città (a Torino ed a Milano) e quindi ad iniziare la tournée concertistica che, dal 1843 al 1847, gli offrì l'opportunità di far apprezzare il suo talento in tutta Europa. Con un violoncello Amati ricevuto in dono da Liszt a Parigi, suonò sotto la direzione di Mendelsshon a Londra e quindi partì per una serie di concerti in Irlanda e Scozia al fianco di Sivori e Lablache.
Nei mesi successivi, accompagnato dal pianista Döhler, suonò a Varsavia, Breslavia, Cracovia, Berlino, Mosca, S.Pietroburgo e si trovò a collaborare con Servais e Meyerbeer.

All'inizio del 1847, ricco di esperienza e di riconoscimenti, con un nuovo violoncello avuto in dono dagli amici milanesi, lasciò l'Italia per stabilirsi definitivamente a Londra, dove gli era stato offerto il posto di primo violoncello nell'orchestra del Her Majesty's Theatre.

Passò presto nell'orchestra del Covent Garden e nel giro di pochi anni riuscì a conquistarsi un ruolo di protagonista nel mondo musicale londinese, rimanendo per oltre 50 anni presenza costante in tutte le principali stagioni: Musical Union, Quartett Association, Popular Concerts, Philharmonic Society, New Philharmonic Society... Suonando il violoncello Stradivari che un ammiratore londinese gli aveva regalato nel 1866, collaborò con tutti i maggiori interpreti del suo tempo: Joseph Joachim, Clara Schumann, Giovanni Bottesini, Charles Hallé, Anton Rubinstein.
A Londra, divenuta la sua seconda patria, Piatti ebbe molti amici. Sposò una moglie inglese, assunse molte abitudini inglesi, ma rimase sempre profondamente legato alla sua città natale ed alla sua famiglia.



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